Commento dell’opera del Critico e Storico dell’arte Marco Dolfin
La voglia di disegnare e l’uso dei colori sono stati da sempre le sue attitudini.
Ha frequentato l’Istituto d’Arte “Sello” che le ha consentito di crescere nel suo percorso creativo, dedicandosi prevalentemente alla pittura ad olio e prediligendo i soggetti floreali e la ritrattistica.
Per Elisabetta la creatività è una sostanza esistenziale, un motivo conduttore dell’esistere, del declinare la propria vita in un obiettivo ideale e reale.
Ideale perché la creatività è sempre attesa, pausa, divenire, reale perché la costruzione è comunque fatto vero e il quadro implode ed esplode, come la natura che scheggia luminosa nel suo essere laboratorio di idee.
La pittura di Elisabetta Sello può essere anche narrazione, perché la natura racconta se stessa e la pittrice, pur nei richiami storici, impressionismo, espressionismo, astrattismo, vive un proprio momento intuitivo e produce quel quid di nuovo e irripetibile che la rende diversa da tutti e da tutto in ogni singolo momento della vita. E poi la fantasia di voler e saper ascoltare la vita e cercare l’essenza in un’astrazione rabdomantica, con una proprietà di linguaggio personalissimo, privato di leggi grammaticali, ma volo pindarico nello spazio dell’inconoscibile e dell’improbabile perché l’oggettivo sparisce e rimane sono il sogno, purificando il segno e svuotandone ogni essenza nel colore.
Vince il Premio Speciale Accademia con segnalazione di merito al “Premio Arte Coseano 2017” e riceve una segnalazione di merito al “Premio Arte Città di Latisana 2017”.